Accordo per otto milioni di tonnellate di acciaio green

Davide Ladisa
6 min di lettura

Piano di decarbonizzazione e produzione di acciaio green in Italia

Introduzione al piano di decarbonizzazione dell’acciaio in Italia

Il governo italiano sta portando avanti un ambizioso piano di decarbonizzazione per la produzione di acciaio, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni e favorire la transizione verso un’industria più sostenibile. Il progetto prevede la produzione di otto milioni di tonnellate di acciaio green ogni anno, di cui sei milioni realizzate nello stabilimento di Taranto. La strategia, presentata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), punta su nuovi forni elettrici e impianti per la produzione del preridotto, elemento chiave per alimentare i forni in modo più pulito ed efficiente.

Obiettivi di produzione e localizzazione degli impianti

Secondo il piano, la rete industriale comprenderà tre forni elettrici nello stabilimento di Taranto e uno a Genova. A supporto della produzione, saranno realizzati quattro impianti di preridotto, indispensabili per alimentare i nuovi forni e ridurre l’impatto ambientale complessivo.

Il nodo del rigassificatore

Uno dei punti più delicati riguarda la realizzazione di un rigassificatore a Taranto, che permetterebbe di garantire il fabbisogno energetico degli impianti. Tuttavia, l’ipotesi avanzata dal governatore della Puglia Michele Emiliano è quella di un accordo che non entri nel dettaglio sulla collocazione del rigassificatore, ma si concentri esclusivamente sulla quantità di gas necessaria per raggiungere gli obiettivi produttivi. In alternativa, si valuta la possibilità di collocare l’impianto in altre aree del Mezzogiorno, come Gioia Tauro.

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Accelerazione della transizione energetica

Il piano presentato impone una riduzione dei tempi per la decarbonizzazione, passando dai dodici anni inizialmente previsti a soli sette-otto anni. Questo significa adottare tecnologie e strategie più rapide ed efficaci per abbattere le emissioni e garantire la sostenibilità del comparto siderurgico.

Nuovi investitori e gara d’appalto

La gara per individuare un acquirente dell’impianto dovrà essere aggiornata alle nuove condizioni del piano. L’attuale trattativa con gli azeri di Baku Steel potrebbe non essere sufficiente, e il ministro Adolfo Urso ha sottolineato la possibilità che si facciano avanti nuovi partner internazionali interessati a partecipare al progetto.

Le posizioni dei sindacati

I rappresentanti sindacali hanno espresso preoccupazione per la mancanza di dettagli economici e occupazionali nella bozza del piano. In particolare:

  • Rocco Palombella (Uilm) auspica un accordo rapido per poter andare avanti.
  • Ferdinando Uliano (Fim Cisl) ha sottolineato che senza il preridotto lo stabilimento di Taranto rischia di non avere futuro.
  • Michele De Palma (Fiom Cgil) chiede che la transizione verso la decarbonizzazione sia gestita attraverso capitale pubblico, garantendo il coinvolgimento diretto dei lavoratori.
  • Pino Gesmundo (Cgil) evidenzia l’assenza di cifre precise sul piano occupazionale.

Iter autorizzativo e ostacoli ambientali

Il raggiungimento dell’accordo interistituzionale con Taranto e la Regione Puglia è cruciale per ottenere la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e sanitaria. Giovedì è prevista la conferenza dei servizi al Ministero dell’Ambiente per approvare la nuova AIA. Senza questa autorizzazione, la sentenza attesa dal Tribunale di Milano potrebbe segnare il termine dell’attività produttiva.

Contrarietà delle associazioni ambientaliste

Organizzazioni come Giustizia per Taranto, Genitori tarantini, Peacelink e WWF si oppongono fermamente al rilascio dell’AIA, sostenendo che l’impatto ambientale dello stabilimento non sia ancora stato adeguatamente ridotto.

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Valutazione di impatto sanitario

Secondo Giuseppe Bortone, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, la Valutazione di Impatto Sanitario proposta da Acciaierie d’Italia presenta ancora aspetti incompleti e incongruenze rispetto ai parametri fissati dalle linee guida dell’ISS e dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea.

Prospettive future e impatto sull’economia locale

Se attuato con successo, il piano di decarbonizzazione potrebbe trasformare Taranto in un hub strategico dell’acciaio green in Europa, garantendo nuovi posti di lavoro, maggiore competitività e un impatto ambientale ridotto. La sfida sarà trovare un equilibrio tra esigenze produttive, sostenibilità e tutela della salute pubblica.

Innovazione tecnologica e sostenibilità

L’introduzione dei forni elettrici e l’uso del preridotto rappresentano un passo importante verso un settore siderurgico più sostenibile. Queste tecnologie permettono di ridurre le emissioni di CO₂ e di valorizzare l’uso di energie rinnovabili, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050.

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Conclusione

Il progetto di decarbonizzazione dell’acciaio in Italia, e in particolare nello stabilimento di Taranto, è un passaggio cruciale per il futuro dell’industria siderurgica nazionale. L’obiettivo di produrre milioni di tonnellate di acciaio green ogni anno rappresenta una sfida complessa che coinvolge governo, enti locali, sindacati e investitori internazionali. Resta da vedere se si riuscirà a trovare un accordo che concili le esigenze produttive con la tutela ambientale e sanitaria, garantendo allo stesso tempo sviluppo economico e occupazione.

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