I principali siti conosciuti del programma nucleare iraniano

Davide Ladisa
10 min di lettura

L’aumento del programma nucleare iraniano e le reazioni internazionali

L’aumento del programma nucleare iraniano è un tema di crescente preoccupazione a livello globale. Negli ultimi anni, l’Iran ha visto un significativo sviluppo del proprio programma nucleare, con un incremento della produzione di uranio arricchito che ha suscitato allarme tra le potenze mondiali. Questo allargamento delle capacità atomiche è emerso in contrasto con l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo internazionale del 2015, noto come JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), che aveva previsto restrizioni sulle attività nucleari in cambio della revoca di sanzioni economiche.

L’uscita degli Stati Uniti dal JCPOA

L’istituzione dell’America, che dal 2018 ha reso l’accordo non più vincolante, ha scatenato una serie di reazioni da parte dell’Iran. Il Paese ha progressivamente aumentato l’arricchimento del materiale nucleare, superando i limiti stabiliti dall’intesa. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), organismo dell’ONU, ha riferito che Teheran dispone di 9.247,6 kg di uranio arricchito in totale, ben 45 volte il limite previsto dal JCPOA, già dichiarato non più in vigore.

Le preoccupazioni per le capacità nucleari iraniane

Di particolare interesse è la scorta di uranio arricchito al 60%, che ammonta a 408,6 kg. Tale livello di arricchimento è molto vicino a quello necessario per la creazione di armi nucleari, di circa il 90%. Secondo l’analisi dell’AIEA, questa quantità potrebbe essere sufficiente per produrre quasi nove bombe, sebbene l’Iran continui a sostenere di perseguire solo scopi civili. Queste dichiarazioni non sono accettate incondizionatamente dagli esperti internazionali, che restano vigili circa le eventuali implicazioni che potrebbero derivare dalla crescita dell’ultimo programma iraniano.

Siti di arricchimento dell’uranio

I siti di arricchimento dell’uranio in Iran rappresentano il cuore del suo piano nucleare, con tecnologie avanzate e infrastrutture ben sviluppate. Due di questi impianti, Natanz e Fordo, sono particolarmente significativi per la loro capacità e per i rischi associati. Entrambi sono sotto il controllo diretto del governo iraniano e soggetti a verifiche regolari da parte dell’AIEA. Questi collaborano con un sistema complesso basato su milioni di centrifughe, utilizzate per separare isotopi dell’uranio tramite un processo di arricchimento.

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Natanz

Lo stabilimento di Natanz, situato al centro del Paese, è l’installazione più conosciuta e criticata a livello internazionale. La sua esistenza è venuta alla luce nel 2002, e da allora è risultata centrale nel dibattito su programma nucleare iraniano. L’importanza di Natanz risiede nel fatto che controlla circa 10.000 centrifughe, suddivise in due edifici: uno sotterraneo e uno in superficie. Questo insieme di tecnologie di arricchimento permette all’Iran di produrre materiali a livelli di purità elevati, potenzialmente interessanti per scopi militari. Nel 2021, due attacchi malevoli su questa struttura hanno suscitato dibattiti e preoccupazioni ulteriori.

Fordo

La fabbrica di Fordo è stata una fonte di tensioni per quanto riguarda le risoluzioni ONU, poiché fu costruita in violazione dell’accordo JCPOA in una zona montuosa vicino a una base militare, progettata per resistere a un attacco aereo. L’Iran l’ha definita un “sito di riserva” per proteggerne la sicurezza. Fino a un certo punto, Fordo ha svolto il ruolo di impianto di arricchimento ad alto livello, con un’importante capacità tecnologica. Tuttavia, nel 2023, è stata rilevata la presenza di particelle di uranio arricchito al 83,7%, un dato che alimenta le preoccupazioni volte alle potenzialità militari di Teheran. L’Iran ha spiegato che queste fluttuazioni sono state casuali, ma non ha fornito prove convincenti per placare le critiche.

Siti di conversione dell’uranio e di ricerca

Oltre ai centri di arricchimento, l’Iran utilizza infrastrutture dedicate alla conversione dell’uranio e alla ricerca nucleare. Il centro di Isfahan, ad esempio, svolge un ruolo cruciale nel processo di produzione del combustibile nucleare. Inoltre, il complesso di Arak offre opportunità anche per il calcolo del plutonio, proveniente da reattori ad acqua pesante. L’AIEA monitora queste installazioni attraverso ispezioni e riferimenti tecnici avanzati, per garantire una piena trasparenza e prevenire il rischio di proliferazione.

Isfahan

Lo stabilimento di conversione di Isfahan, testato in produzione industriale nel 2004, è un’infrastruttura vitale per il programma nucleare iraniano. Qui vengono trasformati il “yellowcake” e altri composti in forme adatte al ciclo del combustibile nucleare. Il laboratorio inaugurato nel 2009 serve per produrre combustibili a basso arricchimento con finalità mediche. Nel 2024, l’Iran ha annunciato la costruzione di un nuovo reattore di ricerca, il quale potrebbe ampliare le capacità di produzione di isotopi.

Arak

Il reattore ad acqua pesante di Arak, sviluppato negli anni 2000 e riconfigurato in accordo con l’intesa JCPOA, è un elemento importante del programma nucleare iraniano. Durante l’accordo, il cuore del reattore è stato rimosso e sono state collocate barre di cemento per renderlo inutilizzabile. L’Iran ha informato l’AIEA di aver rinominato il sito in Khondab, che dovrebbe iniziare le attività nel 2026. Questo impianto comprende una struttura per la produzione di acqua pesante, utilizzabile tanto per scopi medici quanto per la creazione di materiali nucleari.

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Teheran

Il centro di ricerca nucleare di Teheran è una struttura storica, che controlla un reattore fornito dagli Stati Uniti nel 1967. Questo centro è dedicato principalmente alla produzione di isotopi medici, utilizzati per diagnosi e trattamenti. Pur essendo un’installazione tecnologicamente avanzata, il sito di Teheran assume un’importanza simbolica per il programma nucleare iraniano, come dimostra l’incapacità dell’Iran di renderlo pienamente trasparente al problema globale di non proliferazione. L’AIEA svolge ispezioni regolari per garantire il rispetto delle normative internazionali.

Centrali nucleari in costruzione

L’Iran sta ampliando il proprio programma nucleare non solo attraverso l’arricchimento e la conversione, ma anche mediante la costruzione di nuove centrali nucleari. Queste infrastrutture avranno un ruolo centrale nella produzione di energia atomica e nel rispetto delle normative internazionali. La centrale di Bushehr, in particolare, è un esempio chiave di quanto l’Arabia Saudita abbia investito in tecnologia nucleare civile, anche se molte voci restano scettiche circa la reale finalità.

Bouchehr

La centrale nucleare di Bouchehr, costruita con il supporto russo e con il combustibile fornito da Mosca, ha iniziato a operare nel settembre 2011. Questo impianto ha una capacità di 1.000 megawatt e rappresenta un esempio di collaborazione tra Iran e Russia. Il progetto, che fu avviato in precedenza per opera della D.R. Germanica, è stato recentemente ripreso. Bouchehr, sebbene operi principalmente per scopi civili, è monitorato attentamente dal AIEA per garantire che non si sviluppi un programma nucleare con finalità militari.

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Darkhovin

Darkhovin, nel sud-ovest del Paese, è un sito in cui l’Iran ha avviato l’edificazione di una nuova centrale nucleare nel 2022. Questo impianto, con una capacità di 300 megawatt, rappresenta una delle opzioni chiave per lo sviluppo della produzione di energia elettrica del Paese. Il governo iraniano si è espresso in modo chiaro circa la finalità civile di queste installazioni. Tuttavia, le preoccupazioni continuano a creare tensioni con le potenze internazionali, che temono un eventuale uso non pacifico della tecnologia nucleare.

Sirik

L’installazione Sirik, a breve distanza da Hormuz, è in corso di costruzione e dovrebbe produrre un totale di 5.000 megawatt. Questo progetto ridisegna il piano di sviluppo energetico dell’Iran, ampliando la sua capacità di generare energia elettrica tramite centrali nucleari. L’Iran ha enfatizzato che Sirik è un progetto turistico e pratico, ma il sito non è del tutto noto e suscita numerose domande riguardo al suo impatto sull’ambiente e alla non proliferazione nucleare. L’AIEA sta monitorando l’evoluzione di queste opere, pur non potendo garantire un controllo totale.

Conclusione

L’espansione del programma nucleare iraniano è un tema di notevole importanza per la sicurezza globale. Il potere di arricchimento e la costruzione di centrali nucleari, finanziati attraverso accordi internazionali, pongono la capacità di Teheran di sviluppare attrezzature che potrebbero essere utilizzate per scopi non pacifici. Il ruolo dell’AIEA è cruciale nel monitoraggio e nella verifica dei progressi, ma serve un’attenzione costante da parte della comunità internazionale per stabilire se si trattasse di un uso pacifico o di un potenziamento militare. Finché l’Iran non fornirà dati e documenti completi sullo sviluppo tecnologico, gli interrogativi non mancheranno. Il dibattito resta aperto e rilevante per la politica internazionale in un momento di, a parole, forte instabilità.

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