Mesotelioma Arsenale Spezia: Corte Condanna Ministero Difesa

Davide Ladisa
4 min di lettura

La Corte di Cassazione conferma il risarcimento per mesotelioma pleurico: un caso emblematico di tutela dei lavoratori esposti all’amianto

La Corte di Cassazione ha recentemente confermato una sentenza che ha risuonato nel mondo del diritto del lavoro e della tutela dei lavoratori: il Ministero della Difesa è stato condannato a risarcire la famiglia di un carpentiere navale deceduto a causa di un mesotelioma pleurico. Questo verdetto, che conferma le decisioni di primo grado e di appello del Tribunale di Genova, sottolinea l’importanza della tutela dei lavoratori esposti all’amianto e delle conseguenze devastanti di tale esposizione sulla salute.

Il caso del carpentiere navale: un dramma personale e professionale

Il caso riguarda un uomo che, dopo aver lavorato per un certo periodo presso una ditta in appalto operante all’interno della base navale della Marina Militare, è stato assunto dal Ministero della Difesa nel 1967. Ha lavorato fino al pensionamento, avvenuto nel 1994, all’interno dell’arsenale militare marittimo della Spezia. Nel 2013, a 63 anni, è deceduto a causa di un mesotelioma pleurico, una patologia che si sviluppa in seguito all’esposizione prolungata all’amianto.

L’esposizione all’amianto: una questione di salute pubblica

L’amianto è un materiale altamente tossico, utilizzato in passato in numerose industrie, tra cui la costruzione navale. La sua esposizione può causare gravi malattie respiratorie, come il mesotelioma, il cancro ai polmoni e la malattia di Pleura. La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato che il decesso dell’uomo è stato “in conseguenza dell’esposizione all’amianto sofferta durante l’attività lavorativa” all’interno dell’arsenale.

Il risarcimento ai famigliari: una questione di giustizia e solidarietà

Il risarcimento ai famigliari, rappresentati dall’avvocato Pietro Frisani, è stato quantificato in 670mila euro. Di questi, 270mila euro sono stati destinati alla moglie e 200mila euro ciascuno ai due figli. Questo importo tiene conto dell’età relativamente giovane della moglie, che aveva 63 anni al momento del decesso del marito, e della sofferenza fisica e psicologica che il mesotelioma infligge ai congiunti.

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Il mesotelioma pleurico: una patologia grave e protratta

I giudici hanno descritto il mesotelioma pleurico come una patologia “caratterizzata dalla grave e protratta compromissione della funzione respiratoria”. Questa condizione rende l’assistenza ai malati particolarmente lacerante per i familiari, che devono affrontare non solo la perdita del coniuge, ma anche il progressivo peggioramento della salute del malato.

La tutela dei lavoratori esposti all’amianto: un impegno per il futuro

Il verdetto della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei lavoratori esposti all’amianto. La giustizia deve essere servita con rigore e compassione, e questo caso dimostra che è possibile ottenere un risultato positivo anche in presenza di una lunga latenza tra l’esposizione e la manifestazione della malattia. L’impegno per il futuro deve essere rivolto a prevenire ulteriori esposizioni all’amianto e a garantire un adeguato risarcimento per chi ne ha già sofferto.

Conclusione

Il caso del carpentiere navale condannato a causa di un mesotelioma pleurico rappresenta un esempio emblematico di come la giustizia possa servire i lavoratori esposti a rischi professionali. La Corte di Cassazione ha confermato l’importanza di tutelare chi ha lavorato con l’amianto, riconoscendo le gravi conseguenze sulla salute e il benessere dei familiari. Questo verdetto è un richiamo per tutti: la salute dei lavoratori deve essere una priorità, e le istituzioni devono essere pronte a garantire la giustizia e la solidarietà per chi ne ha sofferto.

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