Padre di Aurora chiede verità sulla morte della figlia a Vienna

Davide Ladisa
6 min di lettura

La vicenda di Aurora Maniscalco: una tragedia ancora avvolta nel mistero

La morte di Aurora Maniscalco, giovane hostess palermitana di appena 23 anni, ha sconvolto l’opinione pubblica e sollevato interrogativi ancora senza risposta. La tragedia è avvenuta il 23 giugno scorso a Vienna, dove Aurora si trovava insieme al fidanzato, Elio Bargione, attualmente indagato per istigazione al suicidio. Secondo le prime ricostruzioni, la ragazza sarebbe precipitata dall’appart-hotel in cui alloggiava, ma le circostanze dell’accaduto restano poco chiare e al centro di indagini approfondite.

I funerali a Palermo e il dolore della famiglia

Oggi, a Palermo, si sono svolti i funerali della giovane. La cerimonia è stata segnata da un clima di profonda commozione, ma anche da un forte desiderio di giustizia. Il padre di Aurora, Francesco Maniscalco, ha espresso pubblicamente la sua determinazione a fare piena luce sulla vicenda, mettendo in evidenza alcuni episodi inquietanti accaduti nei mesi precedenti alla morte della figlia.

L’aggressione e l’aborto di maggio

Secondo quanto dichiarato dal padre, nel mese di maggio Aurora aveva subito un aborto e si era rivolta all’ospedale Villa Sofia Cervello di Palermo. Nel referto medico, sarebbe riportata anche la menzione di un’aggressione fisica subita dalla ragazza. Un dettaglio che, stando alle parole del genitore, non era mai stato condiviso con lui fino a poco tempo fa.

La madre di Aurora avrebbe poi confessato che vi erano stati momenti di tensione tra la giovane e il fidanzato, e che in una di queste occasioni la ragazza potrebbe essere stata aggredita. Questo elemento, unito al referto medico, apre interrogativi sul perché non siano state avviate indagini immediate già a maggio.

- Annuncio -

Il dolore per l’assenza di sostegno

Il padre si è detto amareggiato per la totale assenza di gesti di vicinanza da parte della famiglia del giovane indagato: «Neppure un fiore, né una parola di conforto». Un atteggiamento che, a detta di Maniscalco, potrebbe essere legato al clamore mediatico della vicenda.

Le indagini in corso e le discrepanze nelle ricostruzioni

Il legale della famiglia, avvocato Alberto Raffadale, sta cercando di ricostruire la sequenza degli eventi del maggio scorso e di capire come mai, con un referto che indicava un’aggressione, non siano scattate indagini tempestive. Parallelamente, emergono discrepanze tra le testimonianze raccolte a Vienna e i risultati dell’autopsia.

Testimonianze e risultati dell’autopsia

Due testimoni a Vienna avrebbero riferito che Aurora è caduta con la testa in avanti. Tuttavia, l’autopsia ha rilevato fratture solo alle gambe e nessuna frattura alle costole, un dettaglio che solleva dubbi sulla dinamica dell’accaduto. Questa incongruenza alimenta la determinazione del padre a proseguire la propria battaglia per la verità.

Collaborazione tra Italia e Austria

I PM di Palermo hanno richiesto alle autorità austriache le fotografie scattate all’interno dell’abitazione al momento della tragedia, nella speranza di ottenere elementi utili per le indagini. La cooperazione giudiziaria internazionale in casi simili è regolata da accordi bilaterali e dall’applicazione di strumenti come l’Eurojust, che facilita lo scambio di informazioni tra Stati membri dell’UE.

Il gesto del Comune di Palermo

In segno di rispetto e riconoscimento per il dolore della famiglia e l’impatto che la tragedia ha avuto sulla comunità, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha concesso un loculo a titolo gratuito per la salma di Aurora. La tumulazione avverrà nel cimitero dei Rotoli solo al termine delle indagini, quando l’autorità giudiziaria considererà conclusi tutti gli approfondimenti necessari.

- Annuncio -

Indagini ancora in corso

Gli inquirenti attendono ulteriori esami e valutazioni per chiarire le circostanze della caduta e per determinare con precisione se si sia trattato di un suicidio o di un atto indotto da terzi. In casi di questa natura, la Polizia di Stato e le autorità giudiziarie hanno l’obbligo di raccogliere ogni elemento probatorio utile alla ricostruzione dei fatti.

Il monito del sacerdote durante i funerali

Durante la messa funebre, il sacerdote ha pronunciato parole dure sulla condizione dei giovani a Palermo, sottolineando come molti siano costretti a lasciare la città per cercare opportunità lavorative altrove. «Si lavora e si viene schiavizzati», ha detto, evidenziando un contesto sociale ed economico che spesso spinge i ragazzi verso scelte difficili e percorsi di vita lontani da casa.

Una tragedia che interroga la coscienza collettiva

La morte di Aurora Maniscalco non è soltanto una vicenda giudiziaria, ma anche un episodio che pone interrogativi più ampi sulla sicurezza, la tutela delle donne e il sostegno alle vittime di violenza. La combinazione di eventi precedenti alla morte – come l’aggressione e l’aborto – e le incertezze sulla dinamica della caduta, rendono fondamentale una ricostruzione chiara e trasparente.

- Annuncio -

Conclusione

Il caso di Aurora resta un doloroso enigma. Il padre, la famiglia e la comunità chiedono verità e giustizia, mentre le autorità proseguono le indagini. Questa vicenda evidenzia l’importanza di non sottovalutare segnali di violenza e di garantire che ogni episodio venga adeguatamente indagato, affinché tragedie come questa possano essere evitate in futuro. Al di là delle responsabilità individuali, il ricordo di Aurora continua a essere un monito sulla necessità di proteggere i più giovani e di sostenere chi si trova in situazioni di fragilità.

Condividi questo articolo